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La raccolta è per la sua entità,
senza dubbio, la più consistente di tutta la regione nel settore
dell'arte contemporanea, contiene un cospicuo numero di "pezzi"
unici del '900 italiano (da Mafai a Rosai, da De Pisis a Sironi fino a Guttuso e Vespignani).
In particolare la collezione è ricca di una così ingente mole
di opere di Mino Maccari (1800 fra olii e grafica) che come è noto
è stato artista centrale nella storia della pittura italiana di questo
secolo. Da sole le opere qui contenute di Mino Maccari potrebbero costituire
un museo autonomo. Inoltre le incisioni di Morandi,
Zancanaro, Goya, Chagall, Kokoschka, Matisse
accrescono l'interesse per questo Ente Museale che rappresenta un grande
spaccato di cultura visiva del nostro secolo costituitosi grazie ai numerosi
rapporti di scambio e di amicizia, di interessi culturali fra Tito Balestra
ed il mondo artistico del 2° dopoguerra.
La collezione fu aperta al pubblico per la prima volta nel 1982 sistemata
in una sala di via Giovanni XXIII° a cura di Giuseppe Appella. In tale
occasione fu pubblicato un volume con testimonianze di G. Appella, L. Arata,
C. Bernari, D. Bonuglia, L. Canali, A. Casadio, P. Consagra, M. Cresci,
L. De Libero, E. Dalla Chiesa, A. Frassinetti, T. Guerra, R. Guttuso, L. Lambertini, M. Maccari, G. Montesanto,
A. Musacchio, U. Pirro, U. Scheiwiller, M. Trufelli, C. Vivaldi, C. Zavattini,
e un ricco corredo iconografico. |
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