Fondazione Tito Balestra: Il presepe deserto di Luigi Teodosi [PROROGA]
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08.01.2013

Il presepe deserto di Luigi Teodosi [PROROGA]

Mostra prorogata fino al 24 febbraio 2013

Ritorna l’importante appuntamento con l’arte contemporanea dedicato alla Natività, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione.

 

Sarà di Luigi Teodosi l’opera esposta per la rassegna Presepe d’autore, presso la ex chiesa Madonna di Loreto di Longiano. L’autore ha inventato, in polistirolo modellato, intelato e dipinto, un presepe “deserto”, costruito su una frase di Cormac McCarthy: Se non è lui il verbo di Dio allora Dio non ha mai parlato. Contestualmente al presepe, presso la Fondazione Tito Balestra Onlus, sarà presentata una mostra di trenta opere su carta che ricostruisce il percorso artistico di Teodosi.

 

La cerimonia di apertura è fissata per sabato 15 dicembre 2012 alle ore 11.30. Il presepe deserto è inserito all’interno dell’iniziativa “Longiano dei presepi”, promossa dall’Amministrazione Comunale.

 

Il presepe deserto segna una rottura con la tradizione, sollecitando l’osservatore ad affrontarlo con l’idea che la crisi d’oggi è tutta nella fragilità “infrastrutturale” del recinto, della capanna, della famiglia. Ecco, allora, i templi della modernità, le aspre architetture di cemento armato, costruite nel deserto e care agli spettri, subire la stessa sorte dell’acropoli di Selinunte. Tutto è scomparso: lo splendore delle cose, lo sfarzo delle luci, la delicatezza dei profumi, la maestà dei suoni. Anche le immagini hanno perduto il loro valore e il loro senso. I resti non sono neppure ammassati dalla violenza dei terremoti e degli uomini. Case, palazzi, ponti, strade giacciono abbandonati, privi dei passi della quotidianità, svuotati di ogni anima, da tutte le memorie della vita, quasi cubi di ghiaccio sporcati dalla polvere del tempo. Rimane, inalterata, la loro austera monumentalità, fatta di volumi distinti e separati, che si sostengono e si contrastano nello spazio, una specie di dialogo muto tra varie parti ormai solo possenti, prive di collegamenti ma disposte per esaltare, quasi un interno metafisico, l’enigmaticità della visione determinata dall’incontro imprevisto di elementi disposti lungo le linee di fuga evidenziate per interrompere l’immobilità della scena, frangere il silenzio vibrante che la pervade, suscitare inquietudine, aprire al mistero di un’apparizione. Lì, nudo, solo, orfano di ogni presenza umana, quasi fosse emerso dall’acqua, scivola e brilla il Bambino.A questo Bambino, avvolto dal silenzio dei nostri gesti, si rivolge Teodosi nella sua preghiera e chiede:“Dove stiamo andando noi / che fuggiamo lontano, senza amarti? Aiutaci a fermarci e a capire”.

 

Il presepe deserto è accompagnato da un volumetto delle Edizioni della Cometa con un testo di Giuseppe Appella, una Preghiera di Luigi Teodosi e notizie biobibliografiche.

 

Biografia personale di Luigi Teodosi

Sono nato a Jesi nel 1935. I miei primi interessi per la pittura risalgono al 1946.

Nel 1952 frequento il Liceo Artistico a Roma, dove espongo i miei primi lavori al Beato Angelico a piazza della Minerva.

Nasce la mia ricerca sui valori dei segni, sulla misteriosa relazione esistente tra le forme della vita e le geometrie grazie alla conoscenza della scultura vascolare greca “Kora greca” 540 a.c.

Frequento artisti e poeti: R.Guttuso, F.Gentilini, E.Prampolini, E.Colla, L.De Libero, E.Flaiano, G.Petrassi.

Nel 1956 sono a Parigi, occupo uno studio a S.Germain des Près e incontro abitualmente G.Severini, O.Zadkine, M.Achard, e J.P.Sartre al Columbia.

Nel 1958 realizzo la mia prima personale alla Galleria Zodiaco a Roma.

Alla fine del 1958 sono a Zagabria, dove mi iscrivo allo studio statale per le arti figurative diretto da Krsto Hegedušić. Le più importanti mostre di questo periodo sono alla galleria Salon Uluh “ciclo moija zemlija”(mia terra, la terra che calpestiamo) , alla Gradska Galerija Suvremene Umjetnosti, al Musej Primenjene Umjetnosti di Belgrado, al Salon Tribine Mladi di NoviSad, e al Museum of Modern Art di Rieka.

In Jugoslavia condivido le mie idee con artisti e intellettuali come K. Hegedušić, B.Bahoric, E. Murtic, V. Bakić, D.Džamonja, B.Dogan, S. Dedier, I. Andric, V.Kristic.

Vivo tra Volosko e Zagabria nello studio prestatomi da Edo Murtic.

Le realizzazioni del 60-61, “moija zemlija” e “oltre il buco”, sono coinvolgimenti e connessioni diverse con lo spettatore. Queste opere realizzate comprimendo supporti cosparsi di colla a terra, sotto i piedi, vogliono liberare il respiro della vita, la trasformazione e il dramma di chi la vive e la abita.

Con la serie “oltre il buco” gli squarci passanti su tele o su supporti informali sono finestre aperte, lo spettatore è l’artista e diventa soggetto egli stesso con la sua natura, con la sua vita, i suoi profumi e le sue paure.

Rientro in Italia nel 1961-62, dopo pochi anni ritorno nel mio studio a Jesi. A Roma e a Milano frequento gli amici, colleghi di sempre: F.Fini, A.Grifi, T.Festa, F.Cioppi, A.Moriconi, C.Cintoli.Riorganizzo i miei soggiorni ricognitivi tra i silenzi in Algeria a Kasar e Chellalà, e gli spazi magnetici in Iran nei monti Zagros.

Dal 1963 indirizzo il mio lavoro come “Gli angeli”, “Le capanne”, “Il ciclo lunare”, “Le omologazioni”, verso il passaggio dal silenzio alla parola, dalla struttura all’emozione, alla riscoperta della pittura.

Dal 1966 come educatore e collaboratore promuovo progetti, installazioni tra la forma dell’arte e la produzione. E’ il periodo in cui si instaurano rapporti con B.Munari, D.Gavina, A. e T. Scarpa, M.Provinciali e L.Ricci.

Nel 1985 alle rassegne “In Chartis” partecipo alle Mostre a Fabriano nel Museo della carta e della filigrana, nel 1986 a Verona nella casa di Giulietta, a Milano al Museo delle Scienze e della Tecnica, nel 1987 a Maastricht a Jan Van Eyck Akademie, nel 1988 a Magonza al Gutenberg Museum.

Nel 1989 a Colonia al Koelnmesse espongo opere di design in collaborazione con l’architetto G.Ercoli.

Nel 1992-94 con il volume “In Chartis l’uso della carta nelle attività degli artisti contemporanei” progettato con Nino Ricci e con l’introduzione di Vanni Scheiviller, sono presente con opere su carta a Parigi al Sippa, a Francoforte al Premiere, a Chicago al Manta.

Con il ciclo “Gorilla-gorilla” iniziato nel 1996, do vita al primate, realizzo una grande installazione, una complessa sintesi pittorica e plastica, sposto la percezione fuori dal linguaggio referenziale tenendo l’osservatore lontano dai parametri usuali.

Nel 2008 sono presente a Matera nel Museo della Scultura Contemporanea con un’installazione “Le muse irrequiete di Leonardo Sinisgalli e il Presepe deserto di Luigi Teodosi”.

Realizzo il mio presepe inquietante e misterioso pieno di desolazione nella sua contemporaneità. Nel 2011 per iniziativa di G. Appella“Il Presepe deserto” viene esposto anche a Roma al Santuario della Scala Santa di P.zza San Giovanni in Laterano.

Nel 2012 presento presso la Pinacoteca Civica di Jesi una installazione“Nostalgia senza dramma”.

Esce il volume “Nessun confine” per Edizioni L’Obliquo.

Dal 2010 dedico il mio lavoro a una visione futura della terra, alla ricerca di un linguaggio espressivo, a un’analisi e chiarezza radicale per resistere alla voracità di una globalizzazione ingorda, selvaggia e volgare.

 

Il presepe e la mostra resteranno esposti fino al 6 gennaio 2013 con ingresso libero e con il seguente orario: dal martedì