Fondazione Tito Balestra: Vittorino Andreoli, Puntasecca. Ilario Fioravanti e la grafica dei sentimenti
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04.12.2013

Vittorino Andreoli, Puntasecca. Ilario Fioravanti e la grafica dei sentimenti

Il 4 dicembre 2013, alle ore 18:30 presso la sede della Banca di Cesena - Viale Bovio 82, Vittorino Andreoli presenterà il suo libro dedicato all’opera incisoria di Ilario Fioravanti

Seguirà l'inaugurazione della mostra Incisioni di Ilario Fioravanti. La mostra sarà visitabile dal 4 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014 negli orari di apertura della Banca.

 

Lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli in questo nuovo lavoro su Ilario Fioravanti, dopo il libro (2010), continua a indagare l’uomo e l’artista attraverso un altro aspetto della sua creatività: il segno inciso. è una “peregrinazione dentro il mondo di un grande artista, fatta non da un critico d’arte, non da un esperto di incisioni, ma da un uomo che cerca di svelare un altro uomo, di conoscerlo facendolo conoscere. […] I segni di Ilario Fioravanti meritano di essere presentati perché hanno la forza della bellezza e del mistero, in questo senso egli rappresenta un esempio insigne. […] L’utilizzo che Ilario fa della punta secca “deve essere visto come un simbolo della forza pulsionale che si trasforma in organo d’amore, che penetra, graffia, lasciando un segno indimenticabile, un segno dell’anima”. Il volume è corredato di un ricco repertorio di immagini dell’opera calcografica dell’artista, dal 1965 al 2008, a cura di Flaminio e Massimo Balestra, tradotto dall’obiettivo di Carlo Vannini.

 

 

 

Vittorino Andreoli

Puntasecca. Ilario Fioravanti e la grafica dei sentimenti

A cura di F. Balestra, M. Balestra  

Pubblicato da

Fondazione Tito Balestra Onlus

Collana

Il gatto di Newton

Data di pubblicazione

2013

Paese di pubblicazione

Italia

ISBN 9788896326060

© 2013 Fondazione Tito Balestra Onlus

Prezzo di copertina €. 40,00

 

«Non sono un critico d’arte, non sono uno storico dell’arte ma un uomo, ormai vecchio, abituato a mettere insieme la personalità di un artista e le sue opere come se l’uno fosse lo specchio dell’altro e come se soltanto in questa combinazione si potesse tracciare almeno una sinopia dell’uomo che crea.

Ho frequentato a lungo Ilario usando quella deformazione che si lega sempre a chi cerca di capire i comportamenti umani. E mai come vedendolo usare il punteruolo su una lastra il termine “comportamento” assume proprio una dimensione e un significato concreto, pregnante, perché c’è bisogno di forza, di quel gesto deciso che non permette di tornare indietro, di correggersi.

 

Come sempre è la vita, si compiono azioni che lasciano un segno che non è più possibile cancellare. E un uomo può scarabocchiare una pagina bianca ma può anche, come nel caso di Ilario Fioravanti, comporre opere d’arte. Mi ha affascinato scoprire che è arrivato all’uso di questa tecnica, naturalmente percorsa a modo suo, per poter donare le sue opere a più persone. Di un’incisione si possono tirare più copie e distribuirle come dono di sé agli amici e persino a quelle suore che egli amava molto. Sentiva il bisogno, tutto umano, di farsi conoscere e in questo volume ho sentito anch’io questo desiderio: mostrare Ilario Fioravanti alle persone che amano l’arte e che sono interessate al mistero di un uomo che crea.»

Vittorino Andreoli

dalla quarta di copertina del libro